In un solo anno il concetto di pesca sostenibile è aumentato del due per cento, facendo arrivare al 58% il numero degli italiani consapevoli. È quanto emerso dalla ricerca “Gli italiani e i consumi ittici. Resistenze, ostacoli e opportunità per facilitare la scelta del prodotto ittico fresco italiano”, promossa dall’Ugl Agroalimentare e realizzata dall’Istituto demoscopico Lab21.01, presentata al Senato.
In sostanza, otto italiani su dieci hanno dichiarato di essere disponibili e modificare il modo di consumare il pesce, inserendo nella propria alimentazione anche quelle specie che vengono catturate con metodi artigianali, e quindi, a basso impatto ambientale.
Una crescita di consapevolezza a cui, secondo lo studio, hanno contribuito anche le campagne di comunicazione sul tema della pesca, mentre tra gli addetti ai lavori il valore sale al 63,1%. Tra le fonti di informazione maggiormente affidabili entrambi i target analizzati mettono al primo posto i siti istituzionali (93,9% consumatori; 90,1% filiera), seguiti dalle riviste di settore (89,6% e 80,3%). Ancora concordi sulla qualità delle notizie ricevute: poco comprensibili (71,8% consumatori; 83,4% filiera); superficiali (63,4% e 94,9%); allarmistiche (50,9% e 36,7%). Solo un consumatore su dieci considera le notizie ricevute chiare e 2 su 10 tranquillizzanti.