Allarme Vermocane: Aumento delle Temperature Favorisce la Proliferazione lungo le Coste di Puglia, Calabria e Sicilia

Le coste di Puglia, Calabria e Sicilia stanno affrontando una crescente presenza del vermocane, un polichete marino che prolifera a causa dell’innalzamento delle temperature. Questo fenomeno, sebbene non legato a una maggiore aggressività del vermocane, sta creando preoccupazioni significative per l’ecosistema marino locale e per il settore della pesca.

Cos’è il Vermocane e Quanto è Pericoloso per l’Uomo?

Il vermocane è una specie autoctona del Mediterraneo, caratterizzata da una colorazione sgargiante e una lunghezza variabile tra i 15 e i 30 centimetri. Negli ultimi anni, la sua presenza nel Mar Mediterraneo è aumentata considerevolmente. Questo polichete presenta setole urticanti che, se toccate, possono conficcarsi nella pelle causando forte dolore e arrossamento, sebbene non siano tossiche né velenose.

Secondo Emilio Sperone, Professore Associato di Zoologia Marina presso l’Università della Calabria e Responsabile Scientifico del PNT ANAPI Pesca, il vermocane è particolarmente diffuso lungo il versante tirrenico calabrese, in particolare nel Vibonese e nello Stretto di Messina. Sperone sottolinea che, pur essendo autoctono, il vermocane può diventare invasivo, alterando gli equilibri marini e avendo ripercussioni sulla catena trofica e sulla struttura della comunità marina in cui vive.

Studi sull’Ecosistema Marino

Il vermocane è un predatore carnivoro che si nutre principalmente di animali morti e detriti organici. La sua proliferazione ha impatti significativi sulla catena trofica e sulla struttura della comunità marina. Inoltre, rappresenta una minaccia per la pesca: numerose segnalazioni indicano che il vermocane preda i pesci catturati nelle reti dei pescatori. L’assenza di predatori naturali nel Mare Nostrum e la plasticità alimentare del vermocane spiegano la sua rapida espansione, diventando un problema crescente per chi vive di pesca.

I pescatori riportano frequentemente la presenza di vermocani nelle loro reti, spesso intenti a mangiare i pesci catturati. Questo rappresenta un problema significativo per il settore della pesca, creando intoppi operativi e perdite economiche.

Le Criticità per i Pescatori

Sempre più pescatori trovano vermocani nelle loro reti, spesso mentre mangiano i pesci catturati. “È una specie molto problematica che sta creando non pochi intoppi al mondo della pesca”, spiega il prof. Sperone. In collaborazione con ANAPI, sono in corso iniziative per contenere la diffusione del vermocane. È fondamentale sensibilizzare i pescatori, evitando di toccare il vermocane a mani nude e di rigettarlo in mare, poiché potrebbe rigenerarsi.

Le problematiche legate alla proliferazione del vermocane non si limitano alla sola pesca. Infatti, la presenza massiccia di questo polichete potrebbe avere ripercussioni anche sul turismo costiero. Le setole urticanti del vermocane rappresentano un pericolo per i bagnanti, aumentando il rischio di incontri spiacevoli e dolorosi.

Misure di Contenimento e Soluzioni Future

Per affrontare questa problematica, è essenziale adottare misure di contenimento efficaci. La sensibilizzazione dei pescatori è un primo passo importante, ma non sufficiente. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il comportamento e l’ecologia del vermocane, al fine di sviluppare strategie di gestione mirate.

Una possibile soluzione potrebbe essere l’individuazione di utilizzi alternativi per il vermocane. Studiando le sue proprietà, potrebbe emergere un modo per trasformare questo problema in una risorsa. Ad esempio, alcune specie marine considerate infestanti in passato sono state successivamente valorizzate per il loro potenziale nutrizionale o medico.

Conclusioni

Il vermocane è un verme marino urticante, tipico dei mari caldi del Mediterraneo meridionale, che si sta espandendo preoccupantemente anche in tratti dell’Adriatico e del Tirreno, interessando Sicilia, Puglia e Calabria. Questo ha impatti sulla fauna marina, sulla piccola pesca locale e sul turismo costiero. Speriamo, conclude il prof. Sperone, di individuare, insieme ad ANAPI, soluzioni per contenere la diffusione del vermocane e valutare se possa diventare una risorsa utile.

L’espansione del vermocane rappresenta un chiaro esempio di come i cambiamenti climatici possano influenzare gli ecosistemi marini. L’aumento delle temperature non solo favorisce la proliferazione di specie problematiche, ma altera anche gli equilibri naturali, creando nuove sfide per la gestione e la conservazione degli ambienti marini. Diventa quindi fondamentale monitorare attentamente questi cambiamenti e adottare strategie di adattamento efficaci per preservare la biodiversità e sostenere le attività economiche legate al mare.

In definitiva, il caso del vermocane mette in luce l’importanza della ricerca scientifica e della collaborazione tra istituzioni, pescatori e comunità locali per affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo. Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare sarà possibile trovare soluzioni sostenibili e durature per garantire la salute dei nostri mari e il benessere delle comunità che dipendono da essi.

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